Capitolo 2.4 – Il Maestro


Capitolo 2.4 de Il Maestro di Bottega

– Ritornati in ufficio dopo il caffè, che Matteo aveva accettato di buon grado, Mimmo riprese la lezione. «Prima di parlare del ruolo del Maestro, altra parola del gergo, facciamo un’applicazione pratica dei concetti che abbiamo appena visto…» e qui Mimmo si girò verso il computer che aveva sulla scrivania. «Fammi rileggere la scheda che hai compilato la prima volta, quando hai incontrato la signorina Gioia del Personale.»

Mentre Mimmo armeggiava con il computer, Matteo osservava la foto che troneggiava sulla sua scrivania. Sicuramente la moglie ed i figli di Mimmo – pensò. Una foto sulla scrivania è una cosa normale, ma non trovava i soliti mucchi di carta che alla Brambilla S.p.A. facevano bella mostra sulle scrivanie di tutti gli uffici a dimostrazione di una grande quantità di lavoro da svolgere. E non era solo la scrivania di Mimmo ad essere sgombra. Andando a prendere il caffè Matteo aveva notato che anche le altre scrivanie che aveva visto erano come quella di Mimmo, quasi completamente senza carta.

«Allora…» Mimmo distolse Matteo dalle sue considerazioni. «L’ambizione da te dichiarata nella scheda, è quella di diventare un buon venditore. Abbiamo quindi deciso di metterti a disposizione un istruttore che ti faccia da maestro ed una palestra dove ti possa esercitare. Sei d’accordo?»
Matteo annuì, quasi con impazienza. Era ansioso di sentire il seguito della proposta che Mimmo stava per fargli.
«In questo momento il tuo Maestro potrebbe essere Luciano Repetto, che opera in Liguria. E’ il nostro migliore venditore e gli ho già parlato di te. Sarebbe contento di averti con sé per i prossimi sei mesi, se anche a te va bene…»
«Mi va benissimo» accettò subito Matteo. «L’idea di lavorare in Liguria con il tuo miglior venditore mi entusiasma.»
«Bene» concluse Mimmo «te lo presenterò dopodomani, quando Luciano verrà in azienda.»
«Adesso che ho soddisfatto la tua comprensibile curiosità e ti ho detto chi sarà il tuo futuro Maestro, vorrei ritornare alla definizione della sua figura in senso generale, come abbiamo già fatto per il Capo» e, dopo questa premessa, continuò: «La figura del Maestro è infatti legata all’aspettativa di crescita umana e professionale dei Collaboratori»
«Stavo pensando a chi potesse essere stato il mio Maestro nella precedente azienda…» esclamò Matteo, ad alta voce «… mi avevano sì comunicato chi era il mio “tutore”, ma direi che quello che ho imparato l’ho fatto da solo, senza alcun aiuto!»
«Quello che mi dici non mi sorprende. Se la tua azienda precedente avesse avuto la disponibilità di un Maestro probabilmente avrebbe incaricato lui di fare quello per cui tu sei stato assunto. E tu saresti rimasto in cerca di lavoro per un po’ più di tempo. In questa azienda, invece, ogni Collaboratore ha sempre a sua disposizione un Maestro, indipendentemente dal tipo di contratto o dal suo livello di inquadramento. Questo avviene mediante l’organizzazione per Botteghe e nell’ambito dei normali rapporti di lavoro tra il Maestro di Bottega ed i suoi Ragazzi. La dichiarazione di aiutare i Collaboratori nella loro crescita professionale ed umana fa parte della nostra politica aziendale!»
«Anche questa scelta limita il potere dell’imprenditore…» aveva dedotto Matteo. «Dopotutto l’imprenditore non vuole solo “utilizzare” i suoi Collaboratori, ma mette anche a loro disposizione un Maestro che ne aiuti la crescita.»
Mimmo sembrava compiaciuto che Matteo avesse tratto da solo quella conclusione. «Adesso capisci perché l’azienda ti ha assunto quando non aveva bisogno di te! In caso contrario, se cioè avesse avuto bisogno di te, ti avrebbe messo subito al lavoro, per coprire una necessità impellente.»
«Quindi…» aggiunse Matteo «la dichiarazione che non avevate bisogno di me, che mi sono sentito ripetere più volte, e che io interpretavo come un mio punto di debolezza in effetti è un mio punto di forza!… L’azienda mi vuole “sfruttare” facendomi crescere!»
Mimmo sorrise con la soddisfazione di chi ha raggiunto il suo scopo didattico. Evidentemente fino a quel momento era stato un buon Maestro, ma anche Matteo dimostrava di essere un bravo Ragazzo di Bottega.
Matteo aveva ancora una curiosità «Ma tu conosci altre aziende che usano questo sistema?…»
«Di aziende no, ma questa che noi usiamo è la stessa modalità di inserimento dei giovani nelle Forze Armate. Gli Ufficiali entrano solo dal basso e dopo un periodo di qualche anno nelle Accademie.»
A Matteo venne subito voglia di approfondire le differenze tra il modello militare e quello della Bottega Rinascimentale del Terzo Millennio, dove non aveva notato nulla di rigido o autoritario, ma non ebbe il tempo di replicare. Mimmo diede un’occhiata all’orologio. «Vieni, è ora di andare in mensa, altrimenti gli spaghetti si incollano» e prese Matteo sottobraccio.

Capitolo 2.4 de Il Maestro di Bottega

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