Felicità come Ricchezza – Un percorso di Vita


Settimana scorsa abbiamo proposto l’introduzione della figura del Tutor nell’ambiente di lavoro come punto di riferimento per la ricerca della propria realizzazione professionale ed umana. Ma quali sono gli strumenti adatti per raggiungere la felicità in un ambiente di lavoro?

Innanzitutto il tutor dovrebbe instaurare con ciascun collaboratore un percorso formativo, dunque evolutivo, assolutamente personale. Egli, in definitiva, dovrebbe aiutare a fare le scelte migliori utilizzando l’azienda come se fosse a disposizione del collaboratore, e non viceversa.

Se le imprese e le istituzioni realizzassero questa vera rivoluzione copernicana succederebbe una cosa meravigliosa: i loro collaboratori si troverebbero ad interloquire con dei tutor e non con dei competitor e diverrebbero efficientissimi perché non si sentirebbero sfruttati, non si sentirebbero un mezzo, ma i principali beneficiari del capitale culturale dell’impresa. Per fare questo occorre che i manager e gli imprenditori sappiano rinunciare alla loro vecchia concezione del potere e diventare loro stessi tutor.

Non ci sarebbe neanche bisogno di cambiare la struttura organizzativa dell’impresa, basterebbe cambiarne le finalità con un nuovo spirito di gestione che anteponesse la felicità dell’uomo alla fredda sequenza di numeri/profitti/denari. Così potremmo realizzare meglio i sogni della nostra vita, quelli nati tra le mura domestiche e sviluppati sui banchi di scuola.

Ci sarebbe sicuramente maggior felicità, più rispetto, più onestà intellettuale e più ricchezza.

Leggi insieme a noi il libro Il Maestro di Bottega: romanzo di Management, di Qualità della vita e di Amore vero nell’era della New Economy.

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