Il Controller


Capitolo 5.3 de Il Maestro di Bottega –

Il lunedì successivo Matteo stava ripensando alle parole di Mimmo quando gli aveva proposto di passare in Amministrazione, dove c’è un certo “movimento”. Ecco sì, Mimmo aveva detto proprio così. E in effetti il movimento c’era proprio stato, un vero e proprio terremoto.

In quel momento suonò il telefono. Era il dott. Manfredi, il Controller, che gli chiedeva se poteva andare nel suo ufficio per un breve incontro.

A Matteo la richiesta era sembrata del tutto naturale. Aveva già lavorato insieme a lui più di una volta nelle ultime settimane e così entrò nel suo ufficio.

Il dottor Edoardo Manfredi aveva circa quarant’anni e lavorava in azienda da una decina. Era molto meticoloso, nel parlare, nel muoversi, nel vestire. Soppesava sempre molto bene quello che diceva, conscio che le sue parole potevano avere un peso ed un impatto notevole sugli altri.

«Si chiederà il motivo di questa mia richiesta di un incontro non programmato…» aveva esordito il dott. Manfredi dopo i saluti. «La signora Sandra mi ha pregato di incontrarla per farle personalmente una proposta che in teoria sarebbe spettato a lei fare. Ma ho accettato di buon grado per il motivo che le sarà molto chiaro, tra un istante.»

Una premessa un po’ ermetica – aveva pensato Matteo.

Ma il dott. Manfredi continuò prevenendo la sua domanda: «La notizia della settimana è che il Direttore Amministrativo ci sta per lasciare…»

Matteo annuì. «Ne hanno parlato tutti…»

«Certo, è più che naturale. Però la notizia era attesa da qualche tempo e l’azienda aveva già pianificato una serie di movimenti interni.»

Matteo non era sorpreso più di tanto. Il dott. Manfredi gli stava confermando quello che il suo Capo gli aveva raccontato la settimana prima. «Mi sta confermando che il dott. Ferretti e il Direttore Amministrativo avevano già concordato il piano del suo disimpegno?»

«Si, me l’ha riferito il Direttore Amministrativo stesso. Ha ricevuto un’offerta per andare a dirigere un’azienda e ha accettato. Mi ha raccontato queste cose perché lui è il mio Maestro e mi stava insegnando il suo mestiere.»

La figura del Maestro all’interno della Bottega era ormai ben nota a Matteo, che aveva immediatamente concluso: «Quindi lei prenderà il posto del suo Maestro!»

«E’ così» disse il dott. Manfredi. «Adesso si chiederà perché sto raccontando queste cose a lei!»

Un lampo di speranza attraversò gli occhi di Matteo, ma non osava crederci e non riusciva ad aprire bocca.

Il dott. Manfredi lo prevenne. «E’ proprio come pensa! L’azienda mi ha offerto di farle da Maestro per farla diventare il Controller, quando io diventerò Direttore Amministrativo. Cosa ne pensa?»

Matteo restò senza parole. Gli servì qualche secondo prima di riuscire a balbettare. «Beh, ecco, sì … sarei felice di essere il suo Ragazzo di Bottega …»

Il dott. Manfredi sorrise compiaciuto, e continuò: «Parlo un po’ io, così ha il tempo di riprendersi. La sua accettazione la davo per scontata e lei me l’ha appena confermata. Vediamo come siamo arrivati alla proposta. Io faccio il Controller da qualche anno e lo faccio da solo, nella mia Bottega. Quando il dott. Ferretti ed il Direttore Amministrativo hanno concordato il piano di disimpegno, si rendeva necessario l’inserimento in Amministrazione di una persona che potesse sostituirmi. E così è stato proposto il suo nome, anche in base alle capacità che aveva dimostrato nel suo precedente anno, pur in un’altra area dell’azienda.»

Matteo si era ripreso. «Però mi hanno offerto di lavorare in contabilità.»

«E’ vero, ma la conoscenza del sistema di contabilità dell’azienda è sicuramente la prima cosa che un Controller deve acquisire; quindi la proposta era del tutto logica» osservò il dott. Manfredi.

Certo, era del tutto logica – ammise tra se Matteo – e continuò con una domanda: «Mi può spiegare meglio il piano di disimpegno del Direttore Amministrativo?»

«Facciamo un passo indietro di qualche mese» aveva proseguito il dott. Manfredi «e ragioniamo nella logica della Bottega. Il Direttore Amministrativo non può non essersi reso conto di non avere più prospettive di carriera all’interno di questa azienda. Il divario di competenze tra il dott. Ferretti, che ha creato l’intera azienda e il Direttore Amministrativo che ha dimostrato le sue capacità tecniche e manageriali nel solo settore amministrativo, rendevano improponibile una sostituzione. Quindi il Direttore Amministrativo, sapendo bene di non aver alcun “diritto di “sorpasso”, con onestà intellettuale ha parlato con il dott. Ferretti esprimendogli la sua ambizione di diventare Direttore Generale di un’altra azienda, magari più piccola. Il dott. Ferretti è ovviamente dispiaciuto, perché perde un amico, ma ha comunque elaborato insieme a lui il programma di disimpegno, cominciando con qualche mese di anticipo.»

Il quadro si stava chiarendo, nella mente di Matteo. «Beh, il Direttore Amministrativo ha fatto la sua scelta, ma cosa succederà all’interno, d’ora in avanti?»

«La prima cosa che succede è che il Direttore Generale assume, ad interim, anche l’incarico di Direttore Amministrativo, fino alla fine dell’anno. Il Direttore Amministrativo lascerà l’azienda tra tre mesi circa. Nel frattempo io comincio ad occuparmi del mio nuovo incarico, senza averne comunque le responsabilità che sono passate al Direttore Generale. Quindi, sono nelle condizioni ideali. Nel frattempo, e fino alla fine dell’anno, io mantengo la mia responsabilità di Controller, affiancato però subito da lei, che è designato a sostituirmi.»

A Matteo il piano sembrava perfetto. «Perciò l’unica cosa che cambia è che il Direttore Generale assume ad interim anche la Direzione Amministrativa, in attesa che l’azienda, all’interno, ricrei la struttura esistente prima delle dimissioni.»
«Certo, si crea una Catena dei 3 un po’ particolare…» e fece uno schizzo:

5-3

«La Catena di sinistra rappresenta la situazione prima delle dimissioni del Direttore Amministrativo» continuò il dott. Manfredi. «Quella in mezzo rappresenta la Catena dei 3 del periodo transitorio e quella di destra rappresenta la situazione finale, dall’inizio del prossimo anno.»

Vedendo che Matteo stava osservando con attenzione lo schizzo che aveva appena fatto, il dott. Manfredi proseguì la sua illustrazione: «Il concetto non è nuovo. Basta che lei pensi cosa succede nel Consiglio dei Ministri. Se un Ministro dà le dimissioni e queste vengono accettate il Presidente del Consiglio assume da subito, ad interim, la responsabilità del suo Dicastero.»

«Quindi, con questo metodo l’azienda riesce a trasformare un’emergenza in una attività quasi normale!» concluse Matteo.

«Beh, diciamo che si crea una unità di crisi le cui attività sono finalizzate ad assorbire il “trauma” della perdita in pochi mesi e con effetti comunque meno gravi della “devastazione” che potrebbe provocare l’innesto in azienda di una persona esterna, specie ad un livello così elevato.»

Matteo non sembrava del tutto convinto. «Facendo una valutazione complessiva, però, mi sembra che l’azienda perda comunque esperienze e competenze professionali. Dopotutto il nuovo Direttore Amministrativo, lei, non può avere la professionalità di quello che se ne è appena andato e il nuovo Controller, io, non posso avere la sua professionalità. Non è un giudizio di merito personale, ma solo la considerazione che comunque l’azienda ci perde…»

«La sua osservazione è senz’altro giusta, ma c’è il modo di minimizzare questa perdita!» affermò il dott. Manfredi con convinzione.

Matteo ne era quasi sicuro. Niente sembrava essere lasciato al caso in quell’azienda. «E cioè? …» aveva chiesto.

«Il Capitano di Ventura!» dichiarò il dott. Manfredi, con enfasi.

 

«I capitani di ventura erano i condottieri, cui i signori del Rinascimento affidavano, ricompensandoli, la loro difesa, o l’offesa alle città nemiche…» aveva ripreso il dott. Manfredi, dopo una breve pausa. «Ricorrevano ad essi quando erano in difficoltà rispetto ad un pericolo incombente.»

«Più o meno la situazione in cui ci troviamo adesso» osservò Matteo.

«Il pericolo esiste e quindi è naturale che l’azienda sia preparata ad affrontarlo anche servendosi di un aiuto esterno, di un Capitano di Ventura.»

«Non sono fresco di storia del rinascimento…» si era scusato Matteo «…ma mi sembra di ricordare che questi Capitani di Ventura non fossero proprio degli idealisti, ma dei bravi professionisti della guerra, e quella la sapevano fare bene.»

«E’ proprio quello che la nostra Bottega chiede ai propri Consulenti.»

«Mi sembra di poter concludere…» disse Matteo «che la sostituzione di un Collaboratore che lascia l’azienda avviene sempre e solo dall’interno e dal basso e che l’eventuale momento di debolezza viene superato con l’affiancamento di un Consulente esterno che apporta l’esperienza e la professionalità necessaria per superare la crisi.»

«Il concetto è proprio questo!» concordò il dott. Manfredi.

Matteo era curioso. «E quando verrà, questo Consulente?»

«Non è detto che debba venire per forza…» disse il dott. Manfredi. «Potrebbe anche non essere necessario; dipende da noi. Nel nostro caso, se verrà, dovrà affiancare la Direzione Amministrativa.»

Anche questo era logico – aveva pensato Matteo – dopotutto quella era la figura che se ne era andata.

«E il mio posto?» si era improvvisamente ricordato Matteo «chi lo prenderà?…»

Il dott. Manfredi lo tranquillizzò. «Lo prenderà un altro giovane allievo che entrerà quanto prima nella Bottega.»

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