Capitolo 1.7 de Il Maestro di Bottega
– L’indomani Matteo si era risvegliato di buon umore, e il suo primo pensiero era stato per Erika che avrebbe rivisto poco dopo, per passare il resto della domenica con lei.
Per ingannare il tempo aveva preso un giornale e si era messo a leggere gli annunci di ricerca del personale. Nelle ultime settimane aveva risposto ad una decina di richieste che sembravano interessanti. Ne erano scaturiti quattro colloqui tutti uguali: gli stessi rituali, le stesse domande, le stesse conclusioni … le faremo sapere.
Improvvisamente la sua attenzione fu attratta da un annuncio quantomeno inconsueto che stava fissando con stupore:
Non abbiamo bisogno di nessuno !
Vuoi venire a lavorare con noi ?
Se l’azienda non ha bisogno di nessuno – pensò Matteo – perché ha fatto l’inserzione? E poi perché, se è vero che non ha bisogno di nessuno, fa comunque una proposta? Gli sembrava che l’inserzione non avesse senso, e l’unica spiegazione che riuscì a darsi fu lo scherzo: ecco sì, era sicuro che si trattasse di uno scherzo. Forse anche di cattivo gusto, vista la necessità di lavoro che c’era in giro e l’aspettativa che l’annuncio poteva creare.
Lasciò stare l’inserzione, e si concentrò sui preparativi per la gita al lago. Sentiva crescere dentro di sé la trepidazione di rivedere Erika. L’aveva vista solo poche ore prima, e già gli sembrava che fosse passata un’eternità. Forse è questo che si prova quando ci si sta innamorando davvero – si domandò Matteo – che provava per la prima volta quelle emozioni. E così, per l’ansia di rivederla, era già pronto un’ora prima dell’appuntamento. Per ingannare il tempo, che sembrava non passare mai, riprese quasi meccanicamente a sfogliare il giornale e l’occhio gli ricadde sull’annuncio che aveva letto poco prima. Lo rilesse più volte, parola per parola: l’azienda si chiamava “Dolceferretti S.p.A.” e c’era solo l’e-mail. Matteo decise che, anche se si trattava di uno scherzo, una e-mail si poteva anche sprecare. Si mise davanti al suo PC ed inviò i dati richiesti: nome, cognome, titolo di studio, età e numero di telefono. Meglio il cellulare – pensò – e siccome non richiedevano il curriculum non lo allegò.
Poi smise di pensare, dimenticò la Dolceferretti S.p.A. e la sua assurda inserzione, e uscì di casa per andare all’appuntamento con Erika. Aveva il cuore in gola, come un ragazzino al suo primo appuntamento…
Il lunedì successivo, mentre si recava al lavoro, Matteo rivedeva ogni attimo di quella meravigliosa domenica appena passata con Erika. Avevano passeggiato a lungo, mano nella mano, poi erano andati al cinema, avevano cenato in riva al lago, al lume di candela, e avevano finito la loro serata in discoteca … facendo molto tardi. Insomma, era nato un grande amore.
Anche se Matteo aveva dormito pochissimo, quella notte, si sentiva meravigliosamente bene. La speranza di aver conosciuto la ragazza dei suoi sogni si era tramutata in certezza, ed Erika ricambiava il suo amore. Approfittò di una delle tante soste ai semafori per mandarle un messaggio SMS … Così, appena si sveglia, saprà che il mio primo pensiero di oggi è stato per lei.
I lunedì degli ultimi tempi erano stati sempre più angoscianti, per Matteo. Il giorno più brutto, l’inizio di una nuova settimana di lavoro senza entusiasmo, addirittura senza alcun interesse. No, decisamente questo lunedì è un lunedì speciale, diverso da tutti i precedenti – aveva pensato.
Era arrivato in Azienda da poco più di mezz’ora quando il cellulare squillò per annunciargli un messaggio: Erika si è alzata – pensò Matteo – e si accinse a leggere il messaggio. Ma non era Erika: “Ufficio Personale della Dolceferretti S.p.A. La prego di contattarmi al numero telefonico che segue per fissare un appuntamento. Saluti, Gioia Melchiorri”.
Adesso Matteo era sicuro che si trattava di uno scherzo. Anche se l’immagine che si era fatto della Dolceferretti era quella di un’azienda perlomeno “stramba”, quella del messaggio sul cellulare gli sembrava superare ogni più immaginabile stranezza.
Però adesso aveva un numero di telefono e il nome di una persona. Matteo compose il numero: si aspettava una risata dall’altra parte ed un “Cù Cù, ci sei cascato!”. Invece una voce gradevole rispose «Buongiorno, sono Gioia Melchiorri della Dolceferretti. Posso aiutarla?»
«Buongiorno, sono Raimondi…» riuscì appena a balbettare Matteo per la sorpresa.
«Ah, buongiorno dottor Raimondi, ho appena letto il suo messaggio e volevo fissare un appuntamento con Lei. Le andrebbe bene uno di questi pomeriggi?»
«Certo, anche oggi pomeriggio, se vuole.»
«Per me oggi va benissimo, diciamo verso le 17.30. Le do il nostro indirizzo …. Se ha dei contrattempi mi avvisi, per favore»
Matteo annotò l’indirizzo, che si fece ripetere due volte per essere sicuro, e dopo aver ringraziato la signorina Gioia riattaccò.
Si era dato un pizzicotto per assicurarsi di essere sveglio. Poi pensò che la Dolceferretti, che non aveva bisogno di nessuno, lo aveva cercato subito, mentre molte altre aziende che avevano messo delle inserzioni per cercare qualcuno non lo avevano ancora contattato. E’ tutto il contrario di quel che sembrerebbe logico – concluse stupito.
Il telefono lanciò un altro squillo per attirare la sua attenzione su un nuovo messaggio. Ecco – pensò Matteo – adesso mi dicono che era tutto uno scherzo. E lo lesse. Il messaggio diceva “Ciao Teo, ieri è stato favoloso…!!! Quando ci rivediamo? TVB Erika.”
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