Dimissioni


Capitolo 5.2 de Il Maestro di Bottega

– Qualche sera dopo, Matteo ed Erika erano alla solita pizzeria e stavano iniziando ancora una volta una delle loro chiacchierate “importanti”. Ormai il cameriere li conosceva talmente bene che non servivano più neanche le ordinazioni, bastava un cenno di assenso di Matteo.

Matteo le aveva anticipato, per telefono, la notizia delle dimissioni del Direttore Amministrativo e adesso Erika sembrava impaziente di parlarne. «E’ una notizia bomba…» aveva detto. «Allora succede anche da voi che qualcuno se ne vada! E’ il primo granello di sabbia che trovo negli ingranaggi della Bottega, in più di un anno.»

Matteo, vedendola così eccitata, le propose il solito gioco delle domande e risposte.

«Posso cominciare io?» chiese Erika. «Stasera ho un sacco di domande…»

Matteo assentì sorridendole, come ad una bambina impaziente di giocare al suo gioco preferito.

«Allora…» Erika era tutta presa dal gioco «…fammi immaginare: mentre stavi prendendo il caffè con un tuo amico, lui ti ha tirato in disparte e, guardandosi bene intorno per essere sicuro che nessuno vi stesse ascoltando, ti ha bisbigliato in un orecchio: “La sai la notizia bomba? Pare che il Direttore Amministrativo abbia dato le dimissioni. Ma mi raccomando, tienitelo per te. Acqua in bocca”.»

Matteo rise tanto di gusto che alcuni vicini si girarono verso di loro. «Beh, no, non è andata proprio così…» disse «…la notizia ci è stata semplicemente comunicata dal Capo in una riunione di Bottega.»

Ma Erika non diede cenno di fermarsi, anzi proseguì sempre più, presa dal suo ruolo di narratrice dell’evento: «E allora si è scatenata la bagarre, con le scommesse e i pronostici: … dunque allora secondo me Tizio avanza, basta solo che riesca a giocare bene le sue carte … Caio va al posto di Tizio, così Sempronio si sdebita per quel grosso favore che aveva ricevuto l’anno scorso … sai ho visto Tizio entrare nell’Ufficio del Direttore, chissà cosa gli avrà detto … dai, tu che lo conosci bene, prova a fargli qualche domanda…»

Matteo, sorpreso dal racconto di Erika, le chiese: «E tu, bambina, come sai queste cose?»

«Intanto non sono più una bambina.» Erika era stata allo scherzo di Matteo e poi aggiunse seriamente: «Ho sentito spesso papà e mamma parlare di queste cose, di notte, quando credevano che io stessi dormendo. Questi intrighi di castello mi intrigavano.»

«Forse ti sembrerà meno intrigante, ma non è andata proprio così…» riprese allora Matteo.

«Ma va?» si lasciò sfuggire Erika, un po’ delusa. «Cos’è successo invece?»

«Assolutamente niente» concluse Matteo.

«Mi stai prendendo in giro!» Erika si mise a braccia conserte, piegò il capo e lo guardò di traverso con il broncio e gli occhi corrucciati.

Matteo sorrise di nuovo. Come mi piace quando fa così – pensò. E continuò tranquillamente: «Non è successo niente perché non doveva succedere assolutamente niente. Ti ho già detto che uno dei compiti di ogni Capo Bottega è quello di formare uno dei suoi Ragazzi per farlo diventare come lui e possibilmente migliore di lui.»

Erika adesso era completamente delusa; vedeva il suo racconto sciogliersi come neve al sole. Ma non era ancora del tutto convinta. «Però può succedere che il maestro non riesca a trovare un allievo che lo possa sostituire. E’ proprio il tuo caso fresco, fresco» le era scappato detto. Si morse la lingua. «Scusa, tesoro, volevo fare un esempio, non ricordarti un’esperienza poco piacevole»

«No, anzi» riprese Matteo «l’esempio calza a pennello. Ma il mio esempio si riferisce ad un neo assunto alla sua prima esperienza, quando il rischio di un insuccesso è massimo. Più si cresce nelle posizioni aziendali e più il rischio diminuisce.»

Erika ammise che questo le tornava, ma la sua curiosità non era ancora soddisfatta. «Ma almeno sai perché il Direttore Amministrativo ha deciso di andarsene? Dai, dimmi qualche pettegolezzo, altrimenti devo continuare a pensare che la tua Bottega Rinascimentale sia davvero il Paradiso Terreste!»

Matteo l’accontentò. « OK, ma non è un pettegolezzo. Lo sai che li detesto. Però mi ero fatto anch’io la stessa domanda e ne ho parlato con la signora Sandra, il mio nuovo Capo. Secondo lei il Direttore Amministrativo se ne è andato perché non poteva più crescere all’interno dell’azienda. D’altronde è ancora giovane, sui quarantacinque anni, ed è sicuramente bravo. Quindi sembra logico che abbia deciso di guardarsi intorno e, con le sue credenziali, avrà trovato un’azienda che gli ha offerto la Direzione Generale.»

Erika aveva ascoltato attentamente il “pettegolezzo”. «Chissà che colpo per il dott. Ferretti!» esclamò, pensando un po’ anche a suo padre. Poi le era venuta un’altra domanda: «E se invece del Direttore Amministrativo avesse dato le dimissioni il Direttore Generale, cosa sarebbe successo?»

Matteo, senza scomporsi, rispose: «Probabilmente la stessa cosa che sta accadendo adesso: sarebbe subentrato il suo allievo. Però un evento del genere indicherebbe un completo disaccordo con il Consiglio di Amministrazione. E questa non è una cosa che succede dall’oggi al domani, anzi.»

«Le dimissioni del Direttore Generale potrebbero anche essere causate da problemi di salute. I Direttori Generali non sono più dei ragazzini. E i problemi di salute mi sembrano molto più probabili dei disaccordi con il Consiglio di Amministrazione» osservò Erika, sempre molto concreta.

«Hai ragione» concordò Matteo «ma direi che non contano le cause delle dimissioni, ma le loro conseguenze. E nella mia azienda queste conseguenze sono sicuramente serie, ma non devastanti.»

 

Più tardi, dopo che Matteo l’aveva accompagnata a casa, Erika ripensò a lungo all’ultima domanda che aveva fatto a Matteo e alla sua risposta. Se il dott. Ferretti avesse dato le dimissioni e lasciato l’azienda il suo sostituto era pronto, ma se suo padre avesse lasciato la Brambilla S.p.A. chi l’avrebbe sostituto? Si girò nel letto per un’ora, con quella domanda che la tormentava fissa nella testa, prima di riuscire ad addormentarsi.

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